Blog
La Variante Dragone negli Scacchi: Tra Storia e Strategia

La Variante Dragone negli Scacchi: Tra Storia e Strategia

Franciplus
| 0

Il nome della "Variante Dragone" è uno dei più evocativi e affascinanti in ambito scacchistico, richiamando le leggendarie creature alate che popolano racconti epici e mitologie antiche. Sebbene il gioco degli scacchi, di per sé, non abbia legami diretti con draghi o altre creature fantastiche, questa variante d’apertura prende il suo nome da un curioso collegamento tra il cielo stellato e la posizione dei pedoni neri nella Difesa Siciliana.

L’ispirazione per il nome "Variante Dragone" si deve infatti a Fedor Duz-Khotimirsky, un giocatore di scacchi che descrisse l'origine dell'idea nel suo Избранные партии (Partite selezionate) del 1953:

Già nel 1901 cominciai a interessarmi alla Difesa Siciliana. A quel tempo era poco popolare e studiata. Rimasi affascinato dall'idea strategica associata alle mosse d7-d6 e g7-g6 e dallo sviluppo dell'alfiere in g7, che permetteva al Nero la prospettiva di un controgioco sul lato di Donna. Imparai questo sistema e lo usai spesso.

Interessante è la storia dell'origine della parola “Dragone”, che ora caratterizza questa variante. Questa parola fu pronunciata per la prima volta da me a Kiev nel 1901.

Essendo interessato all'astronomia e studiando il cielo stellato, notai la somiglianza esterna del contorno della costellazione del “Dragone” con la configurazione dei pedoni: d6, e7, g6, h7, nella Difesa Siciliana. Questa associazione visiva mi diede motivo di chiamare questa variante “variante dragone”» (pp. 57-58)

Fedor Duz-Khotimirsky, Избранные партии (Partite selezionate),1953

Fedor Duz-Khotimirsky, Избранные партии (Partite selezionate),1953

Duz-Khotimirsky nutriva un vivo interesse per l'astronomia, tanto che, nel 1901, tentò di ottenere un incarico presso l'osservatorio di Kiev. Tuttavia, la sua richiesta fu fermamente respinta dal direttore dell'epoca, M. F. Khandrikov:

Al ritorno a Kiev, mi sono interessato alla matematica superiore e all'astronomia, verso cui gravitavo fin dalla giovane età. Ho letto molti libri di astronomia e sognavo un lavoro scientifico al telescopio. Per avere l'opportunità di migliorare ulteriormente in questo settore, ho deciso di incontrare il direttore dell'Osservatorio di Kiev, il professor Khandrikov. Sono andato a trovarlo la mattina, molto prima dell'ora stabilita, e ho vagato per il giardino dell'osservatorio, aspettando con ansia l'incontro. Mi è stato detto che il professor Khandrikov stava ancora dormendo. Alla fine, dopo lunghe ore di attesa, il portiere mi portò una busta: conteneva cinque rubli e un messaggio che non c'erano posti di guardiano vacanti all'osservatorio!

Qui, per la prima volta nella mia vita, ho pianto amaramente per l'umiliazione e ho subito scritto una risposta:

"Professore! Potrei fornirti la prova che le mie conoscenze teoriche mi danno il diritto di prendere un posto al telescopio, ma temo di non essere in grado di fornirti la sensibilità e la capacità di comprendere queste prove.

F. Duz-Khotimirsky.

P.S. Date i cinque rubli al portiere per i suoi servizi" (p. 12)

La costellazione del Dragone, visibile tutto l’anno nell’emisfero nord, è associata a leggende che intrecciano mito e simbolismo. Nella mitologia greca, rappresentava il drago Ladone, guardiano dell’albero delle mele d’oro che donavano l’eterna giovinezza. Durante una delle sue dodici fatiche, Ercole sconfisse il drago per impossessarsi delle mele. Per onorare la creatura, la dea Era lo collocò nel cielo, rendendolo eterno attraverso la costellazione.

In un’altra versione, narrata da Gaio Giulio Igino nel De Astronomica, il drago era uno dei Giganti che sfidarono gli dèi olimpici durante la Gigantomachia. Sconfitto dalla dea Atena, venne gettato in cielo, rimanendo avvolto su se stesso presso il freddo polo celeste nord. Questo gesto lo immobilizzò, trasformandolo in un simbolo perenne di forza e mistero.



Richiamare questa figura mitologica sulla scacchiera, scegliendo la Variante Dragone, è come evocare lo spirito di una creatura potente e astuta. Ogni mossa si ispira alla sua ferocia e imprevedibilità, rappresentando una strategia audace e pericolosa, degna di chi affronta la sfida con coraggio e creatività.

La struttura Dragone

Dragone

La Variante Dragone dà vita a una delle strutture pedonali più dinamiche e coinvolgenti della Difesa Siciliana, emerge attraverso sequenze di mosse come 1. e4 c5 2. Cf3 d6 3. d4 cxd4 4. Cxd4 Cf6 5. Cc3 g6 o altre linee simili, come nella Pirc o nella Moderna, quando il Nero opta per uno scambio centrale con …c5.  

L’elemento distintivo che accomuna tutte le varianti della famiglia Dragone è il fianchetto dell’alfiere nero sul lato di Re. Questo pezzo, posizionato in g7, svolge un ruolo cruciale nel controllo della lunga diagonale, mirando al centro indebolito dallo scambio di pedoni con …cxd4 e minacciando importanti punti strategici come c3 e b2. A volte, anche il Bianco può adottare una struttura simile, come accade in alcune linee inglesi: ad esempio, 1. c4 e5 2. Cc3 Cf6 3. g3 d5 4. cxd5 o 3. Cf3 Cc6 4. g3 d5 5. cxd5, dove i pedoni bianchi assumono una disposizione che ricorda il Dragone.

A differenza di altre varianti come la Scheveningen, nella Dragone il Nero evita generalmente una spinta precoce …e6, poiché ciò ridurrebbe l’efficacia dell’alfiere in g7 e lascerebbe il pedone in d6 vulnerabile.


Chi sceglie questa variante dichiara la volontà di rischiare e sorprendere. La Variante Dragone è sinonimo di dinamismo e intensità, adatta a giocatori audaci e creativi che vogliono dominare la scacchiera e mettere alla prova il loro avversario. Anche se impegnativa, la Variante Dragone resta una delle aperture più affascinanti degli scacchi moderni, continuando a incarnare lo spirito della creatura mitologica da cui prende il nome. 

Ecco alcune partite memorabili in cui la Variante Dragone è stata protagonista.

 

A livello tecnico, la Variante Dragone è molto popolare sia tra principianti che tra giocatori esperti, grazie alle sue possibilità offensive e alla complessità tattica. Tuttavia, per chi si trova a giocare contro questa variante, non mancano i rischi: il Bianco deve prepararsi a respingere minacce rapide e devastanti, sfruttando la propria disposizione centrale per contrattaccare. 

Come tutte le aperture aggressive, la Variante Dragone rappresenta una sfida sia mentale sia creativa. I giocatori che la scelgono devono padroneggiare le linee precise e saper riconoscere le posizioni tipiche per riuscire a sfruttare al meglio il potenziale dell'apertura. La sua popolarità nel gioco moderno dimostra come, anche a distanza di decenni, il nome e lo spirito del "drago" continuino a esercitare il loro fascino sugli scacchisti di tutto il mondo.

Per chiunque voglia esplorare questa affascinante variante, è essenziale uno studio approfondito e una buona dose di coraggio. Come il cielo stellato che ispirò Duz-Khotimirsky, la Variante Dragone continua a brillare come una costellazione di possibilità strategiche, affascinando giocatori di tutte le epoche e livelli.

Siete pronti a cavalcare il drago sulla scacchiera?