Blog
Debolezze, aspetti strategici e posizionali

Debolezze, aspetti strategici e posizionali

Davethevaliant
| 0

"Come identificare le debolezze di una posizione (case, pedoni e pezzi)? "
"Ci sono tecniche precise per sfruttare una specifica debolezza?"

Con le domande di Francesco affrontiamo un argomento complesso, che pertiene in larga parte ai principi e alle strategie del mediogioco, e che merita un'attenzione particolare in quanto la sua comprensione spesso distingue il giocatore amatoriale dal professionista.

La parola debolezza rimanda, personalmente, alla struttura pedonale. Philidor definì i pedoni l'anima degli scacchi. Effettivamente, sono l'elemento più propenso al concetto di statico. Le strutture pedonali per quanto dinamiche, possono risultare fisse. A volte, ad esempio, ritroviamo la struttura pedonale di un lato, di donna o di re, completamente bloccata, costringendoci a giocare sul lato opposto e al centro.
Inoltre, i pedoni, una volta spinti, non tornano indietro, e questo contribuisce a una loro affinità maggiore rispetto agli altri pezzi con il concetto di statico, invece del concetto di dinamico.
Le strutture pedonali sono classificabili a seconda della forma che assumono in varie famiglie.
Su chess.com IM Daniel Rensch affronta con la sua serie Pawns Structure 101 l'argomento, molto vasto, spiegando come riconoscere una struttura e quali piani hanno rispettivamente bianco e nero.
Per chi preferisse una serie di articoli da leggere, https://simplifychess.com/pawn-structures/complete-guide-chess-pawn-structures/index.html.
La conoscenza della strutture pedonali è importante anche perché intimamente connessa con la scelta dell'apertura. In pratica, è assurdo per un giocatore scegliere di giocare un'apertura e non conoscerne le strutture che da esse possono scaturire, andando praticamente alla cieca nel mediogioco.
Purtuttavia, le strutture pedonali sono dinamiche. Ad esempio un pedone isolato può essere spinto e quindi scambiato, perciò è sempre necessario capire le spinte possibili e non di una formazione pedonale, integrandole con le dinamiche messe in atto dai pezzi propri e dell'avversario.
Strutture pedonali generiche, altrettanto importanti da conoscere e meno voluminose in termini di teoria, sono invece:
1)pedoni doppiati
2)pedoni isolati
3)pedoni arretrati
4) pedoni passati

Sulla scacchiera si possono osservare:
- un pedone passato, il pedone a4
- i pedoni doppiati, c7 e c6
- i pedoni isolati f4 e h2
- il pedone arretrato g5

La debolezza degli ultimi tre tipi di pedone è insita nel fatto che difenderli diventa più difficile rispetto ad altri pedoni.
La loro debolezza va però contestualizzata con il dinamismo dei pezzi. Ovvero, se un pedone isolato è una debolezza nel finale, quindi a lungo termine, è una forza nel mediogioco, in quanto sottrae spazio al campo avversario e può essere un punto di appoggio per i propri pezzi, riuscendo quindi a realizzare più efficacemente un attacco. Certo è che se l'avversario cambia tutti i pezzi ed entriamo nel finale, sarà difficile difenderlo!
Stessa cosa dicasi dei pedoni doppiati e dei pedoni arretrati. Ci sono aperture, come la Partita Spagnola e la  Difesa Siciliana, in cui rispettivamente può capitare di avere un pedone doppiato e un pedone arretrato, tuttavia la natura della posizione compensa tali svantaggi.

Il pedone passato è invece, come lo definì Nimzowitsch, " un criminale che va fermato a tutti i costi". Minaccia costante, mano a mano che viene spinto come pezzo acquisisce sempre più valore e può scardinare lo schieramento nemico.

In sintesi, una volta conclusa l'apertura, la struttura pedonale, che sia specifica o generale induce la formulazione di un piano per il bianco e per il nero, indicando su quali aspetti i giocatori dirigeranno i loro sforzi.

Steinitz disse che ogni spinta di pedone creava delle debolezze, in quanto le case precedentemente controllate, non sono più controllabili se non da pezzi.

Una casa debole sarà una casa controllata dal pedone avversario e diventerà un avamposto per i pezzi avversari (in genere cavalli ma non solo).
Più sarà vicino alle nostre linee, più tale casa avrà valore.

La posizione di cui sopra è ispirata a una posizione nel mio ultimo torneo. In partita ero riuscito a esercitare un buon controllo sulla casa b6. Purtroppo non giocai prontamente a5 e il mio avversario contestò il controllo con a5 a sua volta.

Nella stessa partita si può apprezzare come l'alfiere del bianco sia leggermente più forte (alfiere buono) e attivo (ovvero sostiene la catena pedonale) della controparte nera.
Assumerà pertanto più valore, al pari di un cavallo in un avamposto avanzato o una batteria di torri su colonna o traversa (idealmente la settima).

In effetti, a proposito della forza o della debolezza di un pezzo, Silman nel suo metodo per la formulazione di un piano nel mediogioco mette al primo posto la superiorità dei pezzi leggeri.
Un alfiere lungo una diagonale, un cavallo su una casa non controllata dai pedoni avversari, sono ossi duri da scacciare, controllano più case rispetto alla controparte avversario e quindi migliorano  il nostro schieramento.

Un alfiere può essere:
- buono
- cattivo
- attivo
Riporto quanto scritto da Silman stesso:
Un alfiere è considerato buono quando i pedoni (centrali) non stanno su case del suo stesso colore.
Cattivo quando al contrario i pedoni stanno su case del suo stesso colore, bloccandone i movimenti.
Attivo quando sta svolgendo una funzione nella posizione e può essere pertanto sia attivo che passivo.

Questo è solo un accenno al metodo di Silman descritto in "Teoria e pratica degli squilibri", in cui la ricerca di debolezze o possibilità di debolezze del proprio e dello schieramento avversario prevede la considerazione dei seguenti aspetti:

- Superiorità del pezzo leggero
- Struttura pedonale
- Spazio
- Materiale
- Controllo di una casa/linea chiave
- Vantaggio di Sviluppo
- Iniziativa

Il riconoscimento degli squilibri permette la formulazione di un piano, dirigendo i propri sforzi di calcolo per mosse candidate altrimenti difficili da intuire.
In pratica, riduce il numero di mosse candidate e anzi permetterne di scorgerne diverse senza calcolare mossa per mossa.
Per quanto i suoi principi si applichino specificatamente al mediogioco, conduce il giocatore a una consapevolezza anche nell'apertura e nel finale.
Un libro che sto leggendo e che consiglio.

Per chiudere questo articolo, di seguito una blitz di 3 minuti senza incremento, dove si possono apprezzare delle spinte improprie di pedone da parte dell'avversario.