Blog
Come trovare la mossa giusta?
Davide Renna

Come trovare la mossa giusta?

Davethevaliant
| 0

Il processo mentale che conduce alla mossa giusta da giocare non segue binari puramente analitici, vale a dire logico-matematici. Questo vale (in parte) per i computer specializzati nel gioco scacchistico. Il motore analizza tutte le varianti possibili, ma proprio tutte, anche quelle mosse che non penseremmo mai di fare, noi umani, in una posizione.
Calcolare una sequenza di mosse è uno degli strumenti a disposizione di uno scacchista per trovare la mossa giusta. 
Bobby Fischer disse che alla fine gli scacchi erano un gioco dove contavano solo le buone mosse. 
Il problema è, in effetti, trovarle.
Osserviamo la posizione di seguito.

Qual è il vostro ragionamento? Prendete tutto il tempo che vi serve, la velocità verrà dopo, prima acquisite quei processi mentali che ancora non sono ben sviluppati (non si inizia a suonare uno strumento veloce sin da subito).
Ora vi descrivo il ragionamento che io ho eseguito.
1. Ho compreso che  la vicinanza del re avversario al mio pedone avrebbe permesso all'avversario di catturarlo. In tal caso vorrei avere il mio re il più vicino possibile alla colonna dove avverrà la promozione del pedone nero.
2. Quest'assunzione mi porta a escludere subito le mosse: Rb1, Rb2, Rc2. Non avvicinano il re alla zona dove sta succedendo qualcosa sulla scacchiera. 
3. Un principio dei finali è l'opposizione, quando i due re si fronteggiano. Il re che deve muovere è, in genere ma non sempre, in svantaggio.
4. Questo principio mi consente di escludere una quarta mossa, 1. Rd2, ... a cui seguirebbe subito 1... Rd4 con la possibilità per il mio avversario di conquistare l'opposizione.
5. Oltre alla opposizione diretta, ovvero quando una sola casa separa i due re avversari, esiste l'opposizione indiretta, un'opposizione che prevede un numero dispari di case. Ha lo stesso effetto di un'opposizione diretta:
 

1. Re2 (opposizione indiretta),Re7; 2. Re3, Re6; 3. Re4 e il bianco guadagna l'opposizione diretta.

Pertanto guadagnare l'opposizione indiretta mi porta a eleggere come mossa candidata Rd1. Tuttavia, prima ancora di verificare tale mossa con un calcolo, mi accorgo che, seppur riesca a mantenere l'opposizione dopo la cattura del mio pedone, l'avversario potrà spingere il pedone di una casa e quindi ottenere un tempo che gli consentirà di guadagnare a sua volta e in modo permanente l'opposizione con conseguente promozione del proprio pedone: 

6. Escludo anche l'apparentemente buona Rd1 e appare che l'unica mossa possibile sia... spingere il pedone con f5!, mossa controintuitiva. Può funzionare? Calcoliamo!
L'avversario è costretto a catturare perché perderebbe la promozione. Qualora invece si lanciasse con il re all'inseguimento del pedone non avrebbe più alcuna possibilità di ottenere l'opposizione e promuovere. In questo modo la posizione cambia e il re e il pedone avversari si trovano sulla stessa traversa e la conquista dell'opposizione con Rd1 adesso quasi per magia funziona! L'avversario non riuscirà a fare progressi e forzeremo la patta.




In questo ragionamento la mossa f5 non è il frutto del calcolo di ogni singola mossa. In realtà, è il frutto di un sincretismo tra processo analitico e processo ideatorio. Vale a dire che orientiamo la nostra ricerca e successiva verifica di mosse sulla base di principi quasi, oserei dire, filosofici. E in ogni fase della partita (apertura, mediogioco e finale) è possibile applicare questo tipo di ragionamento. Occupare una colonna con una torre, controllare una diagonale con un alfiere, forzare un cambio di alfiere su cavallo in una posizione chiusa, modificare le strutture pedonali, scoprire il re avversario sono idee in base alle quali creiamo la nostra partita. Il calcolo è spesso verifica e a volte strumento di ricerca delle mosse. 

Di sicuro, e soprattutto in partite a cadenza classica, i grandi giocatori di scacchi possono arrivare a calcolare diverse varianti e sottovarianti. Ma non è solo questa la loro bussola. Conoscere i principi di ogni fase della partita orienta le nostre decisioni, validate o meno dal calcolo.
Libri che trattano quanto detto sono:
. My system, di Aaron Nimzowitsch
. How to reassess your chess (in italiano Equlibri e Disequilibri) di Jeremy Silman