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La storia del cheating negli scacchi

La storia del cheating negli scacchi

NathanielGreen
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Anche gli scacchi, come qualsiasi altra forma di competizione, hanno sempre sofferto i vari modi disonesti di affrontare il gioco. Dalle patte combinate all'uso dei computer, ogni volta che c'è stata intenzione di trarre profitto con mezzi illeciti... beh, qualcuno l'ha fatto. Che fosse effettivamente possibile dimostrare l'imbroglio o che la parte accusata fosse in realtà innocente, il cheating compare ripetutamente nella storia degli scacchi, come il mostro sotto al letto. Se ne vuoi anche solo un assaggio, continua a leggere!


Ingannare il pubblico

Nel 18° e 19° secolo alcuni ciarlatani creativi hanno progettato degli articolati congegni venduti al pubblico come macchine capaci di giocare a scacchi. La differenza principale tra queste macchine e i motori scacchistici moderni è che i cosiddetti automata erano, tanto per dirla educatamente, una bidonata di bassa lega.

Se consideriamo una bufala fraudolenta come una forma di cheating, allora i progettatori e gli operatori di questi apparecchi possono essere definiti a tutti gli effetti come i primi cheater noti nella storia degli scacchi.

Mechanical Turk Chess Cheating
"Il Turco" fu la prima e la più famosa di queste macchine. L'operatore umano seduto al suo interno ne comunicava le mosse. Immagine: Joseph Racknitz/Humboldt University Library, di pubblico dominio.

Truccare i match

Accordarsi con qualcuno o pagarlo per una patta prima che la partita di torneo sia anche solo iniziata per mantenere il posto in classifica o per avere più probabilità di vincere un premio migliore: questa pratica risale praticamente agli inizi del gioco agonistico stesso. L'eccentrico americano Preston Ware (... eccentrico in che senso? Beh, la mossa 1.a4 prende il suo nome...) ha portato questo tipo di comportamento agli occhi del pubblico nel 1880, nemmeno 30 anni dopo che è stato giocato il primo torneo internazionale, e pare che questi comportamenti fossero in atto fin dal 1876. Puoi leggere la cronaca completa qui.

Ma l'accusa di collusione più ignobile fu quella di Curaçao nel 1962.

Bobby Fischer Russians Collusion
Pagina 18 del numero di Sports Illustrated del 20 agosto 1962. Immagine: Sports Illustrated Vault.

Il GM Bobby Fischer, mentre tentava di raggiungere il Campionato del Mondo con 10 anni di anticipo rispetto a quando effettivamente ci riuscì, arrivò quarto ai Candidati del 1962. In seguito, accusò i tre fortissimi giocatori sovietici, i GM Tigran Petrosian, Efim GellerPaul Keres di aver pareggiato d'accordo tra loro per concentrare le energie nel mettere in difficoltà Fischer.

L'opinione odierna è che molto probabilmente Fischer avesse ragione. Anche al tempo le sue accuse furono prese in considerazione così seriamente che la formula dei Candidati fu modificata: al posto del torneo all'italiana, a partire dal 1965 fu instaurato un torneo ad eliminazione.

Manipolazione dei pezzi

Escludendo le partite pre-combinate, la forma più nota di imbroglio negli scacchi prima dell'avvento dei motori riguardava la violazione della regola del pezzo toccato, ("touch move rule"), che impone ai giocatori di muovere un pezzo dopo averlo toccato. Secondo questa regola, non è nemmeno possibile lasciare un pezzo in una nuova casa e poi cambiarne la destinazione. Ora, nella gran parte dei casi quando un giocatore tocca un pezzo con cui non può fare buone mosse abbandona immediatamente... ma ci sono alcuni giocatori più sfacciati di altri.

Nel 1967 il GM Milan Matulovic fu l'autore del primo esempio di questo tipo di infrazione ampiamente noto al pubblico. Lo storico Edward Winter cita la testimonianza contemporanea dell'IM Harry Golembek: Matulovic, "messo alle strette contro l'ungherese [il GM Istvan] Bilek, giocò una mossa che l'avrebbe fatto perdere istantaneamente... ritrattò la mossa, giocando al suo posto una mossa decisamente migliore, e alla fine se la cavò con la patta. Il suo avversario, Bilek, protestò tre volte con l'arbitro che, però, non avendo sentito né visto la prima parte dell'incidente, gli ingiunse di continuare a giocare".

Istvan Bilek
La vittima di Matulovic, il GM Istvan Bilek, nel 1966, l'anno prima dell'incidente. Già qui sembra che ne abbia viste tante. Foto: Ron Kroon/Archivi Nazionali Olandesi, CC.

Più di 35 anni più tardi successe di nuovo. Nel 2003, anche il GM Zurab Azmaiparashvili, poi divenuto noto per altri comportamenti avventati, toccò un pezzo e poi ne mosse un altro. Diversamente dall'avversario di Matulovic, che protestò senza successo, l'avversario di Azmaiparashvili lasciò che l'infrazione rimanesse impunita e inosservata.

Non sempre le cose sono così chiare come in questi due casi, e qualcuno potrebbe anche menzionare quell'episodio del 1994 in cui il GM Garry Kasparov lasciò brevemente la presa di un pezzo contro la GM Judit Polgar prima di spostarlo invece in una casa diversa. La cosa avvenne così velocemente, in un quarto di secondo, che non è chiaro nemmeno se Kasparov stesso ne fosse stato conscio. Invece, Matulovic e Azmaiparashvili erano ben consapevoli: non solo lasciarono il contatto con il pezzo, ma scelsero anche di muoverne proprio un altro!

Con esercizio ben più creativo di manipolazione dei pezzi, è possibile che il GM Bator Sambuev abbia fatto intenzionalmente sparire un pezzo nel 2017. Si tratta nel migliore dei casi di un'inquadratura sfortunata, nel peggiore di un comportamento altamente scorretto.

In partite non ufficiali, ovviamente, è assai più facile passarla liscia con comportamenti del genere... almeno se il proprio avversario non è un grande maestro che nella carriera ne ha già viste di tutti i colori, come il GM Maurice Ashley.

Accuse varie

Non tutte le accuse di comportamento scorretto si rivelano fondate; alcune hanno anzi sfiorato l'assurdo. Non ci sorprende che, quando la posta in palio si alza, come nel Campionato nel Mondo, anche la tensione sia ai massimi livelli! Ben due casi si sono verificati, nel 1978 e nel 2006.

Le due storie più strampalate sul Campionato del Mondo 1978 tra i GM Anatoly KarpovViktor Korchnoi coinvolgono un ipnotista e uno yogurt; non puoi lamentarti, avevamo anticipato che si trattava di storie strampalate. Come raccontato da Mark Weeks, l'accusa di cheating riguardava uno yogurt, il cui colore secondo la squadra di Korchnoi poteva trasmettere delle informazioni seguendo uno specifico codice concordato; non è chiaro se questa lamentela sia davvero stata avanzata con serietà o no...

Anatoly Karpov Viktor Korchnoi
Karpov e Korchnoi si affrontano, senza che sulla scena sia presente lo yoghurt, nel 1986. Foto: Roland Gerrits/Archivi Nazionali Olandesi, CC.

Un'accusa assai più seria giunse durante il Campionato del Mondo del 2006 tra i GM Vladimir KramnikVeselin Topalov. Quando già Topalov si trovava in svantaggio nel match per 3-1, la sua squadra accusò Kramnik di imbrogliare quando andava in bagno; tratteremo poi meglio questo tipo di cheating. Le accuse in quell'occasione erano però infondate e Kramnik vinse il match, anche se probabilmente con più difficoltà di quelle previste.

Commentando di nuovo questo episodio, nel 2019 Kramnik dichiarò a Chess.com "Per quanto mi riguarda, so di non aver fatto assolutamente nulla di male, né dal punto di vista legale né tantomeno morale; ma il suo comportamento fu deplorevole. Vero, fu un'azione per la maggior parte del suo manager, ma quando si hanno più di 10 anni di età è necessario prendersi la responsabilità delle decisioni della propria squadra". Quel manager era l'IM Silvio Danailov, che forse si stava vendicando delle accuse del 2005 portate contro di lui e contro Topalov dal GM Alexander Morozevich, uno degli assistenti di Kramnik durante il match del 2006.

Vladimir Kramnik Veselin Topalov
Com'è comprensibile, ancora oggi i due contendenti non vanno d'accordo. Foto: fermo immagine del video di Chess.com del 2014.

Forse Topalov non lo sapeva, o forse sì, ma il solo vincere partite non è mai prova sufficiente di cheating di per sé; ciò non impedì alle altre giocatrici di tormentare la WGM Mihaela Sandu dopo il suo inizio al Campionato Europeo Femminile del 2015 con cinque vittorie su cinque partite. Le prove erano talmente inesistenti che quella che fu poi la vincitrice dell'evento dovette in seguito subire una squalifica di tre mesi, non per cheating ma per aver condotto le accuse contro la Sandu, che terminò il torneo con 6 punti su 11 perdendo le ultime cinque partite.

Imbrogliare con i motori

Con la comparsa dei motori di scacchi, imbrogliare è diventato una faccenda molto più diretta. Invece di accordarsi in anticipo sui risultati di un torneo con le patte, ora i giocatori tentano di vincere le partite con l'aiuto dei computer. I motori non sono sempre stati le minacce inarrestabili che sono al giorno d'oggi, ma è già da decine di anni che sono sufficientemente forti da influenzare i risultati di una partita; le prime accuse risalgono al 2006, ma forse persino a prima.

Quando si pensa al cheating con il computer, il pensiero corre a Stockfish, che però è uscito solo nel 2008; in realtà, il cheating risale a molto tempo prima. Immagine: logo di Stockfish, GPLv3.

(Non che gli accordi pre-partita siano spariti; per esempio, il tentativo risalente al 2002 del GM Sergey Karjakin di diventare il più giovane grande maestro di sempre è recentemente stato guardato in maniera critica).

Il primo caso noto di imbroglio con il computer risale infatti addirittura al 1993, quando un giocatore con il nome di John von Neumann si è presentato al World Open e passando la maggior parte del tempo a guardare il soffitto o il vuoto ha comunque pareggiato con un grande maestro, ha perso un'altra partita per tempo alla nona mossa e ha dimostrato un'assenza assoluta di competenza scacchistica al di fuori della capacità di muovere fisicamente i pezzi sulla scacchiera; ha fatto comunque 4,5 punti su 9 partite. A un certo punto è successo persino che uno sconosciuto sia andato da lui per scrivere una mossa per suo conto. Questo giocatore è poi sparito nel nulla senza ritirare il premio, dovuto in quanto miglior classificato per la categoria senza Elo, dopo che fu sfidato dagli organizzatori a risolvere un banale scacco matto in due mosse sull'ultima traversa: nemmeno ci provò.

Il caso più plateale finora riscontrato di cheating informatico, però, è imputabile al GM Igors Rausis nel 2019. Fu fotografato mentre maneggiava un motore scacchistico da cellulare in un cubicolo del bagno e di conseguenza fu bandito per sei anni; gli fu anche tolto il titolo.

Igors Rausis
La cosa sarebbe in realtà piuttosto ridicola se l'accusa non fosse stata così seria. Foto: fotografo sconosciuto.

Rausis non è però il primo giocatore ad essere pescato ad utilizzare un cellulare in bagno: il GM Gaioz Nigalidze fece la stessa cosa quattro anni prima. Per incredibile ironia della sorte, fu il GM Tigran L. Petrosian a sospettare Nigalidze e a informare l'arbitro, che trovò il telefono con tutta la posizione visibile sullo schermo.

L'ironia consiste nel fatto che cinque anni più tardi Petrosian stesso fu colto sul fatto a imbrogliare online in quello che, al tempo, fu probabilmente il più grosso scandalo di fair play dai tempi delle lamentele di Fischer del 1962. Gli scacchi online stavano diventando popolari e la risposta di Petrosian alle prime accuse da parte del GM Wesley So è ormai stata ripetutamente trattata su internet da varie fonti.

Complici

Tirare su il telefono e limitarsi a controllare una posizione è praticamente il modo più semplice di imbrogliare, ma significa anche che è il modo più diretto per farsi cogliere sul fatto. Sono stati dipinti metodi ben più complessi per il presunto caso del GM Sebastien Feller nel 2010, quando ha ricevuto una sospensione di 33 mesi dalla FIDE: l'IM Cyril Marzolo controllava le posizioni su un computer da remoto e inviava le mosse in codice con messaggi al GM Arnaud Hauchard che, presente invece nell'area di gioco, si posizionava in maniera specifica nella sala così da suggerire la mossa a Feller. Si pensa che von Neumann nel 1993 si sia anche lui servito di un complice che gli trasmetteva le mosse del motore.

Sono teoricamente possibili macchinazioni ancor più sofisticate: da' un'occhiata al video qui sotto, che ne mostra una.

Ci fu anche la storia di Boris Ivanov, che tra il dicembre 2012 e l'aprile 2013 ebbe una crescita vertiginosa, ma che fu sospettato di utilizzare uno strumento elettronico attaccato alla schiena o nascosto nella scarpa. Nell'ottobre 2013 Ivanov "si ritirò" dagli scacchi nel bel mezzo di un torneo rifiutandosi di essere ispezionato. A dicembre dello stesso anno era già stato bandito dalla federazione di scacchi bulgara.

Conclusioni

Il caso Ivanov risale oramai a quasi 10 anni fa. Man mano che la tecnologia migliora, che i computer diventano più forti a scacchi, che gli apparecchi elettronici diventano più piccoli, continueranno anche a crescere le preoccupazioni sul fair play.

Gli imbrogli nel gioco degli scacchi risalgono però a molte decadi fa, quindi anche se questa lotta si fa più difficile non è di certo una novità.

Quali credi siano gli esempi più di spicco di cheating della storia degli scacchi? Raccontacelo nei commenti qui sotto!

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Nathaniel Green

Nathaniel Green is a staff writer for Chess.com who writes articles, player biographies, Titled Tuesday reports, video scripts, and more. He has been playing chess for about 30 years and resides near Washington, DC, USA.

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