La Prima Vittoria Di Bobby Fischer
Il GM Bobby Fischer sconvolse il mondo non presentandosi alla seconda partita del Campionato del Mondo di Scacchi del 1972. Questa sconfitta a forfait pose Fischer nella difficile situazione del 2-0 nel match contro il Campione del Mondo in carica di allora, il GM Boris Spassky.
Avrebbe potuto rimontare con uno scalino del genere? Sarebbe tornato alla scacchiera per giocare? Esaminiamo assieme l'intrigante storia scacchistica che si è dipanata dietro le quinte oltre che sulla scacchiera.
Nel mezzo del caos più assoluto, sia interno che esterno, il 16 luglio 1972 Fischer si mette alla scacchiera e compie il primo passo che lo porterà a vincere il match e ad entrare nella leggenda come uno dei più grandi giocatori di scacchi di sempre. Come si sarà sentito a sconfiggere per la prima volta il suo più grande rivale?
Lo Stato D'Animo Di Spassky
Spassky era arrivato in Islanda sperando in un magnifico duello mentale sulla scacchiera. Era uno sportivo stimato e fino ad allora non aveva mai perso contro Fischer. Prima del match aveva anzi già vinto tre volte contro di lui e ricordava bene e con piacere la vittoria più recente, alle Olimpiadi del 1970, commentata anche ne I Miei Grandi Predecessori, Parte 3: “Nemmeno io so come ci sono riuscito, ma prima della partita mi sono trovato pervaso da quello speciale fervore senza il quale i grandi successi rimangono impensabili. È possibile che Fischer stesso involontariamente mi abbia aiutato a raggiungere quello stato: è sempre piacevole per me giocare contro di lui.”
Mentre Spassky era sicuro e padrone di sé durante la sua vittoria al primo turno, molte cose stavano invece avvenendo dietro le quinte e sotto la superficie, persino prima che fossero iniziate le partite. Partecipava di rado alle competizioni; nelle sessioni di allenamento non dava il meglio di sé. Il suo principale allenatore di lunga data, il GM Igor Bondarevsky, aveva lasciato questa sua posizione prima del match.
Durante la seconda partita poi persa da Fischer a forfait, Spassky sembrava poco a suo agio nell'attesa davanti alla scacchiera vuota; al momento in cui l'orologio è stato fermato, alle 6 del pomeriggio, è parso persino contrariato. Più tardi, in un'intervista dopo il match, ha condiviso i suoi pensieri: “L'unica cosa spiacevole per me è stato il momento in cui si è rifiutato di presentarsi in tempo. Non è neanche venuto a giocare la seconda partita. Questa cosa non mi è piaciuta”.
Quando non si è presentato per la seconda partita, la cosa non mi è piaciuta.
-Boris Spassky
I comportamenti di Fischer, intenzionali o no, iniziano a pesare a Spassky. Il suo vice-ministro allo sport, Viktor Ivonin, lo porta a fare una lunga passeggiata dopo la partita per farlo rilassare.
Per giunta, Fischer si oppone immediatamente al forfait, con la possibilità dunque che il punto di Spassky, "gratuito" ma altamente stressante, gli venga alla fine tolto. Girano voci che Fischer abbia già prenotato diversi voli da Reykjavik agli Stati Uniti.
Spassky si trova sotto il fuoco incrociato della guerra psicologica di Fischer contro gli organizzatori. Vuole che il match prosegua, vuole tornare al gioco in cui eccelle, che ama. Nel frattempo, le richieste di Fischer si fanno sempre più ingestibili e particolari. Fischer vuole una scacchiera con un diverso contrasto tra case chiare e scure, illuminazione speciale che va fatta spedire in aereo da Chicago; gli deve essere recapitato sul palco di frequente succo d'arancia appena spremuto e così via, presenta molte altre esigenze speciali.
Spassky viene spinto a rispondere altrettanto fermamente alle richieste di Fischer; a chiederglielo è Sergey Pavlov, il Presidente del Comitato Sportivo Sovietico. Il Campione del Mondo condivide le loro laconiche conversazioni ne I Miei Grandi Predecessori, Parte 4: "Alcuni giorni prima della terza partita parlai al telefono per mezz'ora con Pavlov, che pretendeva io dichiarassi un ultimatum: né Fischer, né gli organizzatori, né tantomeno il Presidente della FIDE l'avrebbero accettato, dunque il match sarebbe andato a monte. L'intera conversazione consistette in un alternarsi infinito di due frasi: 'Boris Vasilievich, Lei deve presentare l'ultimatum!' ‘Sergey Pavlovich, io giocherò il match!' Dopo questa conversazione rimasi steso a letto per tre ore, avevo i tremori."
Dopo questa conversazione rimasi steso a letto per tre ore, avevo i tremori.
-Boris Spassky
Lo Stato D'Animo Di Fischer
Per scaricarsi, Fischer lasciava l'Hotel Loftleidir, che si trova tra i boschi di Oskjuhlid, non lontano dal mare, e faceva lunghe passeggiate in zona nel bel mezzo della notte, assorbendo tutto ciò che poteva della natura.
Nelle lunghe giornate estive islandesi il sole tramonta verso mezzanotte e sorge nuovamente appena prima delle 4 del mattino. I sentieri che si intrecciano sul Colle Oskjuhlid in mezzo alle betulle permettono di osservare le pulcinelle di mare che volano sulla baia di Faxa, le balenottere che saltano tra le onde dell'Atlantico.
L'ambiente tranquillo offre un contrasto con il drammatico conflitto che vive dentro Fischer. Ha raggiunto il match mondiale, è vicino più che mai all'obiettivo che ha agognato per tutta la sua vita. Eppure si rifiuta di giocare. Ha squartato altri grandi maestri di vertice per diventare lo sfidante, ma ora si trova a zero punti, contro di due di Spassky, in questo match.
Fischer non ha mai sconfitto Spassky, anzi ci ha perso quattro volte. La prima volta che si sono incontrati davanti ad una scacchiera Fischer aveva 17 anni: era primavera a Mar del Plata, in Argentina. Spassky aveva giocato il Gambetto di Re. Con un pedone in più, Fischer ha commesso un errore sciocco e ha perso in 29 mosse: fu la sua unica sconfitta nei 15 turni di quel torneo.
La sua seconda sconfitta fu nel 1966, a Santa Monica, in California: Spassky logorò gradualmente Fischer in un finale di alfiere contro cavallo. Fischer terminò secondo in quel prestigioso torneo, la seconda edizione della Piatigorsky Cup, dietro a Spassky. Nel quarto volume de I Miei Grandi Predecessori il GM Garry Kasparov condivide la sua opinione sul perché Spassky fosse così ostico a Fischer: "Spassky era l'avversario più scomodo per Fischer, principalmente perché Spassky era un giocatore dallo stile universale, capace di percepire con estrema sensibilità le sfumature della lotta, ed ogni volta sfruttava il troppo prevedibile desiderio dell'americano di spingere e forzare costantemente".
Spassky era l'avversario più scomodo per Fischer.
-Garry Kasparov
La terza sconfitta di Fischer si consumò alle Olimpiadi del 1970 a Siegen, nella Germania dell'Ovest; fu l'ultima prima del match, e forse la più dura per l'americano. Il GM Viktor Korchnoi racconta il seguito della partita: "Pallido e sconvolto, Fischer si alzò dalla scacchiera dopo aver firmato la sua sconfitta. Tutti, assolutamente tutti, acclamarono la vittoria di Spassky".
Infine, ci fu il disastro della prima partita del match. Quando non sei ancora mai riuscito a battere qualcuno, allora quella persona acquisisce un attributo di infallibilità nella tua immaginazione. Il duello psicologico con questo irrealistico fantasma che vive nella tua mente può diventare ostico almeno quanto la battaglia sulla scacchiera.
Il Ricorso Di Fischer
Venerdì 15 luglio 1972, alle 8 del mattino ora locale, Fischer si presenta nella stanza d'albergo del GM Lothar Schmid, l'arbitro capo, per presentare il suo ricorso ufficiale contro il forfait della seconda partita, otto ore dopo la scadenza. In Fischer vs. Spassky: The Chess Match of the Century, il GM Svetozar Gligoric descrive il momento: "Il grande maestro tedesco [Schmid], sorpreso nella sua stanza e ancora in pigiama, colpì con la testa il basso lampadario. Rendendosi conto che la causa di ciò era la sua inaspettata presenza, Bobby disse: "Mi dispiace tantissimo!" Era educato ed estremamente gentile. La protesta scritta contro il forfait lo fu meno".
Ecco un paio di punti salienti dell'appello di Fischer:
Anche se di tanto in tanto sono sceso a compromessi su questioni di denaro, non sono mai sceso a compromessi su nulla che riguardasse le condizioni di gioco del match stesso, che è la mia arte e la mia professione.
Come sapete, non vedevo l'ora che la gente del mio paese, gli Stati Uniti, potesse seguire questo evento... Sebbene desiderassi la televisione, e sebbene ciò potesse significare un ulteriore guadagno di denaro per me, è più importante che il campionato mondiale di scacchi si svolga in condizioni di totale professionalità piuttosto che io ne ottenga un guadagno monetario personale. Le regole sono state concepite in modo che i concorrenti potessero giocare a scacchi al meglio. Esse proteggono i giocatori da possibili interferenze alla loro concentrazione. La mia concentrazione è stata disturbata dall'elusione di queste regole.
Chiedo solo quello che ho sempre chiesto, ovvero che vengano rispettate le regole che prevedono condizioni adeguate per il campionato del Mondo di scacchi. Chiedo quindi che la sentenza odierna venga annullata. Quando ciò avverrà, e quando tutte le apparecchiature di ripresa e di supporto saranno state rimosse dalla sala, tornerò alla scacchiera. Voglio giocare questo match e mi auguro che la seconda partita sia programmata per domenica 16 luglio alle cinque del pomeriggio.
Anche se di tanto in tanto sono sceso a compromessi su questioni di denaro, non sono mai sceso a compromessi su nulla che riguardasse le condizioni di gioco del match stesso, che è la mia arte e la mia professione.
-Bobby Fischer
Dov'È Fischer?
La partecipazione di Fischer al prosieguo del match diventa sempre più incerta man mano che si avvicina il giorno della terza partita. La commissione prende in considerazione l'appello di Fischer, ma alla fine lo respinge. Inoltre, il Presidente della Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE), il GM Max Euwe, dichiara con fermezza per telegrafo che Fischer debba essere considerato perdente a forfait nel match nel caso in cui non si presenti alla terza e alla quarta partita.
Si dice che Fischer abbia prenotato qualsiasi volo in partenza da Reykjavik, indipendentemente dalla sua destinazione. Secondo Paul Marshall, avvocato di Fischer, in Bobby Fischer va alla guerra, diventa difficile distinguere la realtà dalla finzione in circostanze così curiose: "Continuavamo a ricevere messaggi sulla prenotazione di Fischer di vari aerei; un aereo per New York, un aereo per la Groenlandia, ogni volo che partiva da Reykjavik aveva Fischer nella lista di imbarco. E ricevevamo questi buffi e meravigliosi messaggi da un islandese su come Fischer si fosse prenotato un posto su questi voli e su come Cramer, l'islandese scrivente stesso, fosse andato all'aeroporto per cercare di dissuaderlo. E poi avvenivano tutti questi emozionanti inseguimenti in auto".
Fischer riceve una marea di messaggi dagli Stati Uniti che gli chiedono di rimanere e di terminare il match; tra essi, telegrammi e lettere di tifosi, un articolo del New York Times che definisce il suo rifiuto di giocare una tragedia, ma anche una seconda telefonata di Henry Kissinger, che esorta Fischer a giocare in quanto suo dovere patriottico.
Sabato 15 luglio 1972. Il giorno prima della partita successiva, Fischer stacca il telefono per osservare il suo Sabbath mentre la squadra americana continua a combattere la sua battaglia fuori dalla scacchiera. Marshall riapre l'appello di Fischer e discute con la commissione fino alle tre del mattino. La commissione ascolta, ma ribadisce la propria decisione di confermare il forfait di Fischer.
Tensione Oltre La Scacchiera
Domenica 16 luglio 1972. Pochi minuti prima delle 4 del mattino, il sole estivo sorge su Reykjavik. Uno dei giorni più lunghi dell'anno inizia con una domanda che incombe sull'intera città: il match proseguirà?
Due ore prima della partita, Fischer ha una nuova richiesta: insiste che la terza partita si giochi in una stanza dietro il palco. È una disperata richiesta di compromesso? Fischer vede forse allontanarsi la possibilità di continuare il match?
Schmid chiama Spassky per chiedere un cambiamento dell'ultimo minuto. Senza consultare il suo secondo, Spassky accetta di giocare nella sala da ping-pong sul retro dell'impianto, la Laugardalsholl Arena. Cosa avrebbe fatto Fischer se Spassky avesse detto di no?
Pochi minuti prima dell'inizio, più di mille spettatori affollano la sala principale per vedere la partita su monitor a circuito chiuso. Un'auto attende Fischer. Tutte i semafori sulle strade che portano dall'Hotel Loftleidir alla sede di gioco sono sul verde.
Spassky arriva per primo, indossando un abito grigio e una cravatta scarlatta. Attraversa l'ingresso con il suo solito contegno signorile e al tempo stesso disponibile. Mentre si sistema nella sala da gioco improvvisata, prova la sedia di Fischer. Questo momento insolito viene immortalato da Frank Brady in "Profile of a Prodigy": "Spassky si presentò puntuale; dapprima si sedette sulla sedia di Fischer e, forse ignaro di essere ripreso, sorrise e piroettò più volte come un bambino avrebbe fatto. Poi si spostò sulla propria sedia e si mise ad aspettare".
Spassky... sorrise e piroettò più volte come un bambino avrebbe fatto.
-Frank Brady
Fischer arriva a Laugardalsholl. Sceso dall'auto, viene immediatamente circondato da una folla di spettatori e fotografi. Si fa largo attraverso il caos fino alle porte in vetro dell'ingresso.
Nella sala da ping-pong, Fischer si siede di fronte a Spassky sulla sua sedia girevole in pelle, personalizzata. Invece di concentrarsi sui pezzi Staunton, pronti per la battaglia delle menti, sulla scacchiera in legno dinnanzi a lui, Fischer nota una telecamera. È una singola telecamera a circuito chiuso, avvolta in una coperta, installata per trasmettere la partita al resto del mondo: al pubblico nella sala da gioco originale, ai commentatori che analizzano su scacchiere murali e ai giornalisti nella sala stampa.
La cordialità di Fischer alla scacchiera scompare. Reagisce con fervore, come descritto da David Edmonds e John Eidinow in Bobby Fischer va alla guerra:
Fischer ruggì a Schmid: 'Niente telecamere!'. Calcò la stanza come a caccia, accendendo e spegnendo interruttori. Schmid protestò perché in questo modo stava disturbando Spassky. Fischer gli urlò di stare zitto.
Fischer ruggì a Schmid: 'Niente telecamere!'
-Edmonds e Eidinow
Pallido, Spassky si alzò. Lothar Schmid ricorda: "Quando Bobby ricominciò a litigare, Boris si arrabbiò e disse: 'Se non la smetti di discutere, tornerò alla sala da gioco e chiederò di giocare lì'". Con lo sfidante che trasformava il Campionato Mondiale di Scacchi in una rissa verbale, Schmid, in preda al panico, pregò il campione di continuare la partita. "Boris, l'avevi promesso". Si rivolse a Fischer. "Bobby, ti prego, sii gentile".
Schmid ricorda: "Capii che c'era una sola occasione di farli incontrare. Erano due ragazzi ormai cresciuti ed ero io quello più grande. Li presi entrambi e li spinsi per le spalle verso le loro sedie. Boris fece la prima mossa e io avviai l'orologio".
Dopo qualche minuto di esitazione, Fischer esegue la sua prima mossa. Anche se nella piccola sala da gioco c'è silenzio, nella sala principale il pubblico sta applaudendo. Il Match del Secolo si giocherà, alla fin fine! Kasparov commentò in seguito: "Il match iniziò per davvero alla terza partita".
Il match iniziò per davvero alla terza partita.
-Garry Kasparov
Terza Partita
Spassky apre con 1.d4 e Fischer risponde giocando il Benoni (3...c5), una scelta dinamica e rischiosa.
Posizione dopo 3...c5
Mentre i giocatori sviluppano i loro pezzi e si avvicinano al mediogioco, Fischer gioca la sorprendente 11...Ch5!?. Questa è per me la mossa più memorabile della partita. Fischer muove il suo cavallo al bordo della scacchiera, offrendo volontariamente a Spassky l'opportunità di distruggere la struttura di pedoni sul lato di re catturando il cavallo con il suo alfiere.
Posizione dopo 11...Ch5!?
Perché Fischer ha giocato una mossa del genere? Vuole attivare i suoi pezzi e creare un controgioco piuttosto che limitare l'attaccamento ai dogmi e alla paura di debolezze a lungo termine. Inoltre, l'idea innovativa ha maggiori probabilità di cogliere Spassky di sorpresa rispetto alle linee principali.
Spassky accetta l'offerta di Fischer, cambiando il suo alfiere con il cavallo e rovinando la catena di pedoni sull'ala di re di Fischer. Fischer sfrutta il nuovo spazio per mettere in gioco la sua donna e l'altro cavallo, creando presto minacce d'attacco.
Posizione dopo 15...Cg4
Per parare le minacce, Spassky deve cambiare i cavalli con 16.Cxg4; ciò permette a Fischer di risistemare la sua catena di pedoni. Da lì in poi, Fischer migliora costantemente i suoi pezzi, mantiene la sua coppia degli alfieri e guadagna un pedone passato protetto. Mossa dopo mossa, i suoi pezzi diventano più attivi di quelli di Spassky.
Posizione dopo 20.Tae1
Una volta che Fischer ha migliorato al massimo i suoi pezzi, sfonda; poi guadagna il pedone e4 di Spassky.
Posizione dopo 31.T3e2
Con in campo gli alfieri di colore contrario, Spassky conserva possibilità di patta nel finale, quindi Fischer concentra le sue energie sull'attacco al Re. La sua donna e il suo alfiere collaborano perfettamente e si insinuano nella posizione di Spassky fino a guadagnare un altro pedone. Ora i pedoni del nero su lato di donna sono passanti e collegati.
Spassky raccontò in seguito come questa partita fu il punto di svolta dell'incontro: "Ho salvato Fischer, giocando la terza partita. Con questa partita ho essenzialmente siglato la mia capitolazione nell'intero match".
Questa è la prima vittoria in assoluto di Fischer contro Spassky. Brady coglie questo momento monumentale nella vita di Fischer: "Quando raggiunse l'uscita dal retro, non riuscì più a trattenere un sorriso per le felicitazioni che lo attendevano. Fu senza dubbio uno dei momenti più felici della sua vita".
Fu senza dubbio uno dei momenti più felici della sua vita.
-Frank Brady
Questa fu la prima vittoria di Fischer contro Spassky, non solo del match ma anche della sua carriera. La partita fu un punto di svolta: grazie a questa sconfitta Spassky iniziò a crollare, giocando tutta una serie di errori atipici per un giocatore di gran classe come lui. Negli anni ho letto moltissimi commenti su come Fischer abbia semplicemente distrutto Spassky nel match, forse influenzati dal risultato finale e dalle emozioni esagerate coltivate dal passaggio del tempo. In quel momento, all'inizio della terza partita, con un punteggio di 2-0 nel match ed uno storico di 4-0, tutto era contro Fischer. Anche senza contare il tragico secondo turno del match, sarebbe stato naturale prevedere la vittoria del giocatore sovietico.
Tornando a guardare questa partita, vedo come i piccoli dettagli influenzino il corso della storia. Fischer tenta una mossa coraggiosa nella Difesa Benoni, prendendo una decisione rischiosa. L'apertura è un successo per il Bianco: se Spassky avesse scelto correttamente la sua quindicesima mossa si sarebbe trovato in gran vantaggio e avrebbe probabilmente vinto la partita. Ma, a partire da questa mossa, sembra che lo Spassky che tutti conosciamo si eclissi completamente di punto in bianco.
Da qui in avanti il match si concentrerà molto di più sui colpi di scena a scacchiera che su quelli che se ne discostano.
Credi che Spassky avrebbe dovuto rifiutarsi di giocare nella stanza del ping-pong? In quel caso, Fischer avrebbe ceduto, acconsentendo a giocare? Quanto pensi che abbia influito tutto il contesto sulla conduzione della partita da parte di Spassky? Faccelo sapere nei commenti qui sotto!
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